Storia del Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)

Abraham Lincoln, il primo presidente degli Stati Uniti Repubblicano (1861–1865), assassinato da un fanatico sudista

Il Partito Repubblicano è una delle forze politiche esistenti più antiche del mondo, essendo il secondo partito politico più vecchio esistente negli Stati Uniti d'America dopo il suo primo rivale, il Partito Democratico.

Venne fondato nel 1854 con l'intento di combattere la legge detta Kansas-Nebraska Act, che sostanzialmente annullava il compromesso del Missouri, permettendo che uno Stato decidesse, tramite elezioni locali, se la schiavitù fosse legale o meno al proprio interno. Inizialmente il nuovo partito non ebbe quasi nessuna presenza nel cosiddetto profondo Sud, e raccolse attorno a sé un gran numero di esponenti del disciolto Partito Whig e del Partito del Suolo Libero, riuscendo in tal modo ad essere maggioritario in molti degli Stati Uniti d'America nord-orientali.

Con l'elezione a presidente di Abraham Lincoln nelle elezioni presidenziali del 1860 e il suo successo nel guidare l'Unione alla vittoria nella guerra di secessione, con la conseguente soppressione della schiavitù, il partito dominò la scena nazionale con brevi interruzioni fino al 1932. La base elettorale del partito era costituita da bianchi americani del Nord protestanti, uomini d'affari, imprenditori e professionisti, lavoratori della classe operaia, agricoltori e afroamericani. Fu da subito favorevole alle imprese, appoggiò il sistema bancario, il sistema aureo, le ferrovie e i dazi doganali elevati con l'intento di proteggere i lavoratori e sviluppare l'industria più velocemente. Sotto le amministrazioni di William McKinley e Theodore Roosevelt, durante la cosiddetta era progressista, il partito tenne anche una politica estera tendenzialmente espansionista, con interventi a Cuba, nelle Filippine, a Guam, alle Hawaii e Porto Rico.

Perse la maggioranza durante la grande depressione, quando invece i Democratici di Franklin Delano Roosevelt riuscirono a formare la coalizione vincente del New Deal («nuovo corso»), che dominò fino alla metà degli anni sessanta. Questa crollò in parte a causa del rifiuto di molti bianchi negli Stati Uniti meridionali della legge sui diritti civili del 1964. I Repubblicani vinsero cinque delle sei elezioni presidenziali tra il 1968 e il 1988, con Ronald Reagan che divenne l'iconico eroe conservatore del partito. Dal 1992 al 2020 il candidato repubblicano è stato eletto alla Casa Bianca in tre delle otto elezioni presidenziali, ma solo in una di queste (nelle elezioni presidenziali del 2004) ottenne anche la maggioranza nel voto popolare. Dopo il 1968 il partito ampliò la propria base in tutto il Sud (a eccezione delle elezioni presidenziali del 1976) e traeva gran parte della sua forza dall'appoggio del conservatorismo sociale dei protestanti evangelici e del tradizionalismo della Chiesa cattolica statunitense. Quando i Democratici bianchi sudisti persero il controllo del partito, dopo che i tribunali considerarono incostituzionali le elezioni primarie segregate, anche nel Sud si cominciò ad assistere all'assetto bipartitico che caratterizzava la maggior parte della nazione.

Reagan trasformò il partito nel 1980, con politiche fortemente improntate al conservatorismo: abbassamento sostanziale della spesa pubblica; accentuazione del liberismo, riducendo al minimo il controllo e la regolamentazione federale; diminuzione delle tasse; forte politica estera di contrapposizione all'Unione Sovietica. L'influenza di Reagan sul partito persiste tuttora e quasi ogni suo autorevole esponente lo cita, incluso l'ultimo presidente repubblicano Donald Trump, avendo utilizzato in una maniera massiccia la propria versione del motto reaganiano di rendere gli Stati Uniti grandi di nuovo (Make America Great Again) durante le elezioni presidenziali del 2016. Gli scienziati sociali come Theodore Caplow e altri sostengono che a livello nazionale il partito «si è spostato dal centro-destra verso il centro negli anni 1940 e 1950, per poi spostarsi nuovamente verso destra nel corso degli anni 1970 e 1980».[1]

  1. ^ Theodore Caplow, Howard M. Bahr, Bruce A. Chadwick e John Modell, Recent Social Trends in the United States, 1960–1990, McGill-Queen's Press, 1994, p. 337. «The Democratic party, nationally, moved from left-center toward the center in the 1940s and 1950s, then moved further toward the right-center in the 1970s and 1980s».

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